Ulisse Fiolo, è nato il 17/01/1972 a Mira (VE), trasferito a Campolongo Maggiore (VE) dal 2009. In contatto con i lavori e la realtà sociale più “umile”, licenziato per ingiusti motivi dal 2010. Compositore e chitarrista autodidatta, da otto anni ne LaDuraMadre nucleo-resistenza-poesia: letture musicate, soprattutto in ambiente; svariate collaborazioni per letture, teatro, film e documentari. Ha pubblicato Per (semplice) respiro, 2000, Prometheus (VE); Sarà-jevo? Diario di viaggio, 2004, AUTeditORI (VE); Brónse e seménse (scàmpoi de diaèto), 2011, d’if (NA)
E-mail: [email protected]
Sito web: https://www.facebook.com/UlisseFiolo72
Salv’azione
Mi sono scolorito sulla sera, finché il sole
faceva sangue come da un ginocchio rotto –
sono andato a sedermi dietro al cielo, appena buio:
nell'imbrunire il bosco aveva fame – ho chiesto
di che sapore fossero i suoi giorni, ha detto: caldi
e verdi come le ombre delle ore quando dormono;
poi l'ematoma espanso a dismisura del silenzio
ha coperto le ecchimosi e i fetori infetti
di una paralisi dispersa di memoria: ho fatto
appena in tempo a sbaragliare il cuore che
la luce appesa ai ganci del mattino era in vetrina
e mi sgocciava dentro pavimenti di perché –
ci camminavo sopra come vetri neri
serrati intorno al sangue del presente – vedi
a che altezza risuonano le stelle anche se spente?
Prima di mai, si chiuse il tempo come una valigia.
Era partito tutto e non sapeva ancora dove
doveva ritornare, per immergersi nel centro
trafficato di affari del deserto scibile.
Così la pace si affrettò a parlare, e disse: Adesso
voi prendete le mani delle guerre e date
a tutti modo di pensare al mare – ed ecco
che le parole strinsero miserie a sé
come i più cari dopo chissà quanto, e fisso
nel cardine ruotò l’amore – quasi un pesce
sospeso al filo del perenne autunno in fiamme.
Tutto fu salvo, e il sole insaporì anche le pietre.
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