Gilda Policastro è nata a Salerno, vive a Roma. Italianista e critica letteraria, ha pubblicato studi su vari autori, tra cui Dante, Leopardi, Sanguineti, Pasolini. Redattrice della rivista «Allegoria», collabora con quotidiani e supplementi (dal «Manifesto» al «Corriere della Sera»). La sua prima silloge, Stagioni, presentata in vari reading nel 2007, è edita insieme ad altri testi nel Decimo quaderno di poesia contemporanea (Marcos y Marcos, 2010). Nel 2009 vince il Premio Delfini e il Premio d’if, del 2010 è il suo primo romanzo, Il farmaco (Fandango). Nel 2011 pubblica con Transeuropa Antiprodigi e passi falsi, libro di poesia e letture con musica.
Estate
Bambina ti levavo
dai seni gli occhi
Nella riproduzione delle macchie
a seguire
l’impietà di guardare
le masse colliquate intatte
dall’erbitux
Inerti
nel dolore inconvertibile
ti poso addosso le dita
per la misurazione delle masse
(coi tronchi meno grossi
si fanno i coperchi delle casse)
Filamenti d’ovatta mentre ti lavo
i capelli e ben bene sotto le braccia
(le masse denutrite non proliferano in meno
di sei /dodici mesi
nel quaranta per cento dei casi)
Godere in analettico conforto
anche di cose qui per noi indifferentissime
(sfilaccia, l’acqua, l’ovatta, prendimi per favore dell’altra acqua)
E poi mai più,
che lavorare
stanca le masse
e il contenimento è il vero successo,
in oncologia
Questa
non sei tu:
- Non il bene vecchio ma il cattivo nuovo,
una massima di B., diceva B.*:
Da Stagioni
Questionario