La Fondazione
Il Festival
Agenzia Culturale

Anteprima pordenonelegge a Udine con Antonia Arslan

30 agosto 2024

Sono passati vent’anni, ma quella storia non smette di essere attuale e di parlare al nostro tempo: «L’Armenia resta a rischio, dopo l’invasione del Nagorno Karabakh da parte dell’Azerbaigian. L’obiettivo è quello di invadere tutta l’Armenia, un pezzo alla volta». La scrittrice Antonia Arslan resta vigile osservatrice degli accadimenti legati alla “sua” Armenia, e il suo romanzo di culto, La masseria delle allodole, si conferma un libro “necessario” due decenni dopo la prima pubblicazione datata 2004. Non è un caso che Rizzoli abbia deciso di rieditarlo, in questo ventennale, suggellando il successo di un romanzo che ha vinto decine di premi ed è stato presentato anche davanti al Congresso americano. Proprio Antonia Arslan sarà protagonista della “prima volta” di pordenonelegge a Udine, alle soglie dell’avvio della 25^ edizione, in programma dal 18 al 22 settembre. Appuntamento martedì 17 settembre, alle 18 nella sede di Fondazione Friuli storico partner del festival che per l’occasione mette a disposizione la sua prestigiosa sede. Con l’autrice dialogherà il direttore artistico di pordenonelegge, Gian Mario Villalta. La partecipazione è liberamente aperta al pubblico, è suggerita la prenotazione iscrivendosi attraverso mypnlegge sul sito www.pordenonelegge.it. Info: Tel. 0434.1573100 mail [email protected]. Un ulteriore incontro con l’autrice è in programma a Pordenone mercoledì 18 settembre, giornata inaugurale del festival, sempre in dialogo con Gian Mario Villalta (ore 10.30, PalaPAFF!).

Con La masseria delle allodole, il suo romanzo d’esordio, Antonia Arslan attingeva alle memorie familiari per raccontare la tragedia di un popolo "mite e fantasticante", gli armeni, e la struggente nostalgia per una patria e una felicità perdute. Yerwant – il nonno dell’autrice padovana – aveva lasciato, appena tredicenne, la casa paterna per studiare nel collegio armeno di Venezia. Ora, dopo quasi quarant’anni, si appresta a tornare nella Masseria delle Allodole, tra le colline dell’Anatolia, dove potrà finalmente riabbracciare i suoi cari. La notizia si diffonde nella cittadina natale, inebriata dai gelsomini in fiore e dai dolci preparati per la Pasqua, un’euforica frenesia che pervade lo scorrere quieto dei giorni. Si sta organizzando la festa di benvenuto e tutti, parenti e amici, sono invitati a prendervi parte. La Masseria è rimessa a nuovo, per completare l’opera è stato perfino ordinato da Vienna un pianoforte a mezza coda. Ma siamo nel maggio del 1915. L’Italia è entrata in guerra e ha chiuso le frontiere mentre il partito dei Giovani Turchi insegue il mito di una Grande Turchia, in cui non c’è posto per le minoranze. Yerwant non verrà, e non ci sarà nessuna festa. Al suo posto, solo orrore e morte. Un’odissea segnata da marce forzate e campi di prigionia, fame e sete, umiliazioni e crudeltà. Grazie alla tenacia di madri figlie e sorelle, al loro sacrificio e all’aiuto disinteressato di chi rifiuta di farsi complice della violenza, tre bambine e un "maschietto-vestito-da-donna", dopo una serie di rocambolesche avventure, riusciranno a salvarsi e a raggiungere Yerwant in Italia. E sarà lui a garantire per loro un futuro e a custodire le "memorie oscure" che oggi la nipote Antonia ha trasfuso in un romanzo dolce e straziante come una fiaba.

Torna indietro

Attendere prego...